La tutela della salute del lavoratore agricolo nel terzo millennio. Peculiarità del territorio di Capitanata.
Categoria | Altre Iniziative |
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Data | 12042019 08:30 |
Location | AUDITORIUM Polo Museale - Via Santa Maria del Popolo, 68 ASCOLI SATRIANO (FG) |
Telefono | +39 081 764 4081 |
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Sito internet | www.teseoformazione.it |
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“Che lavoro fai?” - Semplice, chiara e determinata è la domanda aggiunta dal “padre della medicina del lavoro” - Bernardo Ramazzini - a completamento dell’anamnesi. Rilevante è la descrizione delle alterazioni respiratorie di chi setaccia i grani. Acuta è l’analisi dei livelli di umidità, favorenti l’ammuffirsi del foraggio e/o dei cereali e la correlata insorgenza di patologie respiratorie negli agricoltori. Lungimiranti i suggerimenti di prevenzione primaria “…saggio è il costume id lavare… l’agosto il frumento… e di esporlo per qualche giorno...”. Il Ramazzini nell’intuire, quindi, l’esistenza di microorganismi quale causa di specifica sintomatologia polmonare anticipò un’osservazione compiuta duecento anni più tardi. Tali “insegnamenti”, sono alla base della tornata scientifica dedicata ad un territorio a prevalente vocazione agricola.
La Daunia - distretto storico-geografico della Puglia settentrionale - corrisponde, approssimativamente, alla medievale Capitanata - dove la coltura del grano - ha da sempre, per le sue caratteristiche geologiche, costituito la primaria fonte di lavoro.
Ascoli Satriano coniuga alla cultura agricola quella archeologica. Presso il Polo museale, ubicato nel complesso monumentale di Santa Maria del Popolo, è possibile ammirare, fra l’altro, la mostra permanente delle "Policromie del Sublime" di cui fa parte il Thapezophoros dei Grifoni. Tra storia, tradizioni e cultura medici del lavoro, Accademici, Dirigenti medici Inail, datori di lavoro e rappresentati dei lavoratori si confrontano sul delicato tema del peculiare mondo agricolo di Capitanata affinché sia sempre preservata e garantita la tutela della salute.
“Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo e anche quando non ci sei resta ad aspettarti” Cesare Pavese